Grande icona e leggenda di questa disciplina, vinse tre titoli mondiali.

La F1 da l’addio ad un altro dei suoi illustri personaggi. E’ morto, all’età di 70 anni, Niki Lauda, passato alla storia come uno dei piloti più forti di sempre. Lo si ricorda soprattutto per aver vinto tre titoli mondiali (di cui due con la Ferrari nel 1975 e nel 1977, e uno nel 1984 alla guida della Mclaren) e per la sua freddezza in pista, oltre alla capacità di individuare i difetti della sua macchina e settarla nel modo giusto; cose, queste, che lo portarono ad essere soprannominato “Il computer”.

Una vita da film, quella del pilota-leggenda, diventato prima imprenditore e dopo uomo Mercedes, raccontata anche grazie alla fortunata pellicola ‘Rush‘ (diretta dal regista Ron Howard, nella quale si mette in evidenza la lotta al titolo mondiale con il suo amico-rivale James Hunt). Una vita, però, sconvolta dal terribile incidente del 1976 al Nurburgringche lo lasciò sfigurato, soprattutto in volto: fu estratto incosciente, e con ustioni di terzo grado su tutto il corpo, ma vivo; a salvarlo prontamente, fu il collega italiano Arturo Merzario. Incidente questo, che non gli impedì di non tornare in pista ma che, anche a causa dei velenosi fumi inalati, gli danneggiò particolarmente i polmoni.


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Il mondo della Formula Uno piange Niki Lauda

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Quei polmoni che proprio otto mesi fa lo costrinsero ad un trapianto che gli prolungò miracolosamente la vita fino a questa notte tragica, sopratutto per il mondo della Formula 1 e non solo. Numerosi i messaggi di cordoglio in suo onore, dalla Ferrarialla Mercedes, passando per Luca Cordero di Montezemolo,Lewis Hamiltone altre e numerosissime personalità sportive e non.

Oltre all’aver guidato le due vetture con cui vinse i tre titoli mondiali, si ricorda soprattutto l’anno del 1978, in cui passò alla guida dell’allora Brabham-Alfa Romeo, che proponeva soluzioni tecniche di avanguardia.

In quella stagione peròc’erano scarse possibilità di successo contro le Lotus 79a effetto suolo, e Laudaottenne solo due vittorie. Nel 1979, per poter sfruttare l’effetto suolo, l’Alfa Romeo costruì un nuovo motore 12 cilindri a V, in sostituzione del vecchio boxer, per ridurre gli ingombri e lasciare gli spazi per le ali rovesciate nelle fiancate delle nuove Brabham BT48. Ma pur permettendo a Laudadi essere spesso nelle posizioni di testa, le Brabham-Alfaebbero molti problemi tecnici costringendo spesso i piloti della scuderia al ritiro; la scelta dell’Alfa Romeodi schierare, durante la stagione, una propria squadra, non fece che peggiorare il rapporto con il team inglese che a fine anno tornò a usare il Cosworth DFV. Lauda fece una buona prestazione al Gran Premio di Monaco, con un’ottima partenza e mantenendo a lungo la terza piazza, ma la sua gara ebbe termine con un incidente causato dal tentativo di sorpasso, ai suoi danni, di Didier Pironi; il massimo che poté ottenere, furono due soli piazzamenti a punti..

Ritiratosi definitivamente dal mondo delle corse nel 1985, divenne un imprenditore, fondando ed essendo a capo della linea aerea Fly Niki, e al tempo stesso, rivestì la carica di presidente non esecutivo della Mercedesdal 2012 fino alla sua morte. Lo si ricorda anche, non solo per la già citata rivalità col nemico-amico James Hunt, ma anche per alcune sue famose citazioni come questa,“Ho imparato più dalle sconfitte che dalle vittorie”.

Un grande uomo, un grande pilota e una grande leggenda che rimarrà per sempre nel cuore e nella mente di ogni singolo appassionato di Formula Uno.

(Gianluca Vitale)

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